lunedì 24 aprile 2017

LA 'GRANDE SIGNORA': ERA

Mi sembra sia passato così poco tempo dalla prima volta in cui ho provato a cucire una borsa. I primi tentativi, i primi banali errori ed i primi successi davvero apprezzati. Quando ho acquisito sicurezza vi ho proposto la Tote Bag, a cui sono seguiti diversi modelli:  la Baby Bag, Demetra e Persefone. Ora è arrivato il momento di aggiungere un'altra dea alla mia linea "Archetipi" che seguo e cerco di far crescere ogni giorno con tanta cura, come una piccola piantina che ha bisogno di attenzione.
Questa volta ho deciso di dare voce all'archetipo di Era, dea maestosa e regale. Il suo nome significa "Grande Signora" e come molti di voi sapranno è la dea del matrimonio. E' una moglie devota e dedita alla famiglia, ma in particolar modo a suo marito. Per certi versi mi ricorda la tipica moglie degli anni '50-'60 ed è proprio a lei che mi sono ispirata nella creazione di questo nuovo modello. 
Ci stiamo avvicinando alla bella stagione, alle gite fuori porta ed alle giornate al mare e una 'donna Era' che cosa userebbe? Sicuramente una borsa come questa. In cotone, con una fantasia colorata e capiente al punto da contenere il pranzo di famiglia o la coperta da stendere sull'erba per il picnic della domenica. 

Ecco qui Era.



Le dimensioni sono generose e la fodera in tessuto panama la rende anche parecchio robusta. Il manico è in corda, ma rigorosamente di cotone, per evitare il fastidioso prurito che provoca la juta. Quindi un manico morbido e soprattutto regolabile in lunghezza arricciando più o meno il tessuto laterale, sempre a misura della donna che la indossa!
All'interno una fettuccia di circa 25 cm con moschettone permette di agganciare la pochette abbinata per tenerla sempre a portata di mano. Le misure della pochette sono 23x15 cm ed è stata pensata per poter contenere comodamente soldi, cellulare e chiavi. Grazie al moschettone è facilmente staccabile per essere portata ovunque.
La chiusura è con un bottone vintage sempre diverso ed abbinato ai colori di ogni borsa: un tocco studiato, particolare e veramente personalizzato. Sono molto orgogliosa di questo modello perché credo sia un bel mix tra uno stile vintage ed uno più moderno, senza dimenticare la praticità.

Come d'abitudine vi riporto la descrizione della donna Era di Jean Shinoda Bolen.
<<La Era dei nostri giorni è facilmente riconoscibile. La sposa raggiante che percorre la navata verso lo sposo in attesa, è la Era felice che già pregusta la propria realizzazione. La moglie tradita che scopre l'infedeltà del marito e riversa la collera 'sull'altra', è la Era litigiosa. La donna Era è rappresentata dalle innumerevoli donne che hanno impersonato il ruolo della 'signora'.  
Molte donne forgiate sullo stampo di Era hanno caratteristiche da matrone e vengono considerate da tutti 'molto sposate'. In altre, questa dimensione è uno dei molteplici aspetti della personalità, tanto che all'apparenza possono non sembrare dominate da questo archetipo. Ma se arrivano a conoscersi si renderanno conto che Era è un'interna a loro assai familiare.>>



lunedì 10 aprile 2017

ARIA DI CAMBIAMENTI

Come scrivevo la scorsa settimana questo è un periodo davvero ricco. Ricco d'idee, ma anche di cose da fare e di cambiamenti. Sono mesi che rifletto e lavoro sul mio piccolo brand, il tempo passa e le cose irrimediabilmente cambiano. Da quando ho iniziato questo percorso ho studiato e realizzato tanti progetti, tanti nuovi articoli. La maggior parte delle volte le cose sono andate bene, ma ci sono stati anche dei flop, com'è normale che sia.
Sono sempre andata avanti e credo di essere cresciuta molto, non solo come creativa, ma anche come persona. Naturalmente è solo l'inizio, sono certa che la strada sia ancora lunga e faticosa e che le cose da imparare siano praticamente infinite, ma non ho alcuna intenzione di mollare.
Una cosa che ho imparato con fatica però è stata questa: lasciar andare. Le cose crescono, mutano e a volte arrivano alla loro fine. Mi sono sentita proprio così in questi mesi.
Ho capito che il mio piccolo brand ha bisogno di aria nuova perché sono diversa io, sono diverse le mie clienti ed anche i miei prodotti stanno crescendo con me. 
Oggi vi voglio parlare delle prime due cose che sono cambiate: il mio logo ed il mio nome. 
Ho amato molto Happy Cloud, è stato l'inizio e me lo porto nel cuore, ma da un po' di tempo sento che mi sta stretto. Non posso rinunciare ad occuparmi di abbigliamento per bambini perché è una mia grandissima passione da sempre, ma ho bisogno di occuparmi anche di donne, come me. 
Siamo madri, ma non solo. C'è un'infinita varietà di desideri, speranze e sogni nel cuore delle donne con cui lavoro giornalmente e voglio dare loro lo spazio che meritano.
Per questo motivo ho pensato ad un brand che potesse racchiudere entrambe le cose ed è nato lui: il ONE DROP LAB. Un "lab", cioè un laboratorio dove dare vita alla mia ed alla loro creatività, senza limiti. Lavorare a ciò che desiderano le donne per se stesse, ma anche per i loro cuccioli. So esattamente cosa passa per la testa di una mamma quando mette al primo posto i propri figli, ma vorrebbe anche qualche regalo per sé (ogni tanto).

E' arrivato il momento di prenderci cura di noi. Di rifiorire.





lunedì 3 aprile 2017

I SOGNI SON DESIDERI

Questo è un periodo pieno, pienissimo. Nella mia agenda non appunto più solo ordini, ma anche un gran numero di appuntamenti. Ho così tante cose per la testa.
Sto vivendo in un vortice di emozioni: felicità, esaltazione, impazienza, soddisfazione, paura, gratificazione, insicurezza, gioia.  Ogni giorno che passa capisco che queste sensazioni possono coesistere e che tutte a loro modo sono fondamentali in questo percorso. La vita è luce ed ombra, non esiste l'una senza l'altra. Però, più di ogni altra cosa, sento che sto (stiamo, io e mio marito) andando nella giusta direzione. Ora vi spiego un po'!
Sono trascorsi più di due anni dal momento in cui ci siamo messi alla ricerca di una casa. Senza troppe pretese in realtà, i requisiti sono sempre stati fondamentalmente due: spazio per correre e giocare per i nostri bambini ed un'atmosfera che ci trasmettesse serenità.
Nella ricerca ho imparato un sacco di nozioni tecniche ed ho capito quanto è difficile far quadrare tutto. Lavori, burocrazia, banche, offerte, calcoli ed ancora calcoli. Ovviamente senza questa parte nulla prenderebbe davvero forma. Quindi, anche se sono un'incallita sognatrice, ho dovuto piantare bene i piedi per terra ed affrontare la realtà. Così ho ragionato, analizzato pro e contro, riflettuto, ponderato. Devo ammettere che non è stato per nulla facile.
Tuttavia l'istinto, il cuore, l'ascolto di ciò che c'è attorno a me, nell'aria, le sensazioni, le vibrazioni... non li lascerò andare. Fanno parte di ciò che sono e me li tengo stretti. Sono stati utili in questo viaggio, anche loro.
Camminare a passo lento nelle stanze, guardarsi attorno, proiettarsi in una vita futura, ma adesso così vicina, leggersi gli occhi e dirsi "è casa". 
Mio marito così razionale, io così emozionale, insieme nella stessa direzione. Alti e bassi ci sono anche per noi (in realtà credo ci siamo per tutti!), incomprensioni e musi lunghi pure, ma siamo uniti perché camminiamo insieme. Questo fa la differenza.
Mancano le ultime procedure burocratiche, ma credo proprio che l'abbiamo trovata. La nostra casa, il luogo dove prenderci cura di noi e dei nostri bambini. Il luogo in cui crescere insieme, in cui farcela da soli. Uno zaino pesante sulle nostre schiene, ma una fierezza ed una gioia immensa nel portarlo.